Il bagno giapponese ofuro per il corpo e per lo spirito
Cosa c’è di più rilassante di un bagno caldo alla fine di un’intensa giornata di lavoro? Il bagno giapponese ha trasformato questo momento in un vero e proprio rito che si perpetua da secoli, disciplinato da regole molto precise.
Guardiamo verso l’Oriente e vi raccontiamo che cos’è l’ofuro, come si svolge e come provare a riprodurre i suoi benefici a casa.
Che cos’è il bagno giapponese ofuro?
Partiamo chiarendo cosa non è: l’ofuro non è una stanza da bagno, e non è nemmeno una vasca da bagno. Ofuro è un antico rituale giapponese di purificazione del corpo e dello spirito che ancora si perpetua nelle ryokan, le tipiche dimore per viaggiatori, nei furoya, i bagni pubblici giapponesi, e negli onsen, le terme naturali. E, a partire dal XIX, il rito del bagno giapponese si svolge anche nelle case private.
L’ofuro si divide in due principali momenti: la purificazione del corpo attraverso una scrupolosa pulizia, e la purificazione dell’anima attraverso il rilassamento in acqua calda.
Come tanti aspetti della cultura nipponica, il rito nasce dall’incontro della tradizione cinese, in cui ci lava immersi nell’acqua, e di quella delle antiche “docce” giapponesi, in cui ci si lavava versandosi dell’acqua sulla testa e sul corpo. Dalla fusione di queste pratiche nascono, molto probabilmente, i due momenti che compongono il rito.
In cosa consiste il rito dell’ofuro?
Immaginiamo di essere accolti come ospiti in una dimora giapponese e di partecipare insieme alla famiglia ospitante al rito dell’ofuro. Vediamo come funziona.
La preparazione dell’ofuro parte nel tardo pomeriggio, quando si inizia a scaldare l’acqua per la vasca dove ci immergeremo. Il momento preferito per il rito è la sera, quando gli impegni della giornata terminano e ci si può concedere un po’ di indisturbato relax.
La stanza predisposta si chiama furoba, e non è un bagno come siamo soliti intenderlo noi. La prima cosa che notiamo, infatti, è che ci sono una vasca e una piccola doccia, ma mancano i servizi igienici. In Giappone, infatti, questi sono “nascosti” in un piccolo ambiente a parte, poiché è bene separare le aree pulite da quelle meno pulite.
Entriamo nella furoba. Ci troviamo davanti una profonda vasca in pregiato legno hinoki, il cipresso giapponese (questa è una vasca tradizionale, ma oggi ne esistono anche con forme e materiali diversi). La prima cosa che avvertiamo, appena entrati nella furoba, è un intenso odore balsamico, quello sprigionato dal legno di cipresso a contatto con il vapore. La vasca è infatti colma di acqua calda o, meglio, caldissima, poiché la temperatura supera i 40 gradi.
L’immersione non è immediata: prima viene il momento della purificazione del corpo. La piccola doccia serve infatti a lavare con accuratezza corpo e capelli: ci si insapona e ci si sfrega energicamente per eliminare anche la più piccola traccia di sporco. Solo una volta che ci siamo ben sciacquati, possiamo immergerci – molto lentamente – nella vasca. Qui inizia il momento della purificazione dell’anima: il corpo si distende, complici le altissime temperature, e inizia una fase di profondo rilassamento.
Una volta usciti dalla vasca, l’acqua verrà utilizzata dagli altri membri della famiglia. Per questo è importante lavare con cura il corpo prima di entrare.
CURIOSITÀ
L’importanza dell’ordine gerarchico
In quanto ospiti, siamo i primi ad accedere alla vasca. All’interno delle famiglie, c’è un ordine gerarchico che regola l’accesso all’ofuro: prima gli ospiti, così da assicurare loro l’acqua più calda, poi gli anziani, il padre e poi la madre con i bambini piccoli (i bambini verranno accompagnati dalla madre o dal padre fino a quando non saranno in grado di fare il bagno da soli).
Il significato dell’ofuro
Se nella cultura occidentale “fare il bagno” è sinonimo di “lavarsi”, nella cultura giapponese questa pratica ha un significato molto diverso, come avrai intuito, molto più profondo. L’ofuro è parte della cultura giapponese, un momento importante per la vita comunitaria e famigliare. Un collante, insomma.
È un rito di purificazione del corpo e dello spirito. Serve a scaricare lo stress accumulato durante la giornata, ad abbandonarsi al relax, a riscaldarsi quando si rientra a casa.
Come sperimentare a casa il rito del bagno giapponese ofuro?
Succederà anche a te di rientrare dopo una lunga giornata di lavoro e avere il desiderio di riscaldarti, rilassarti e lasciare andare tutti i pensieri che hanno appesantito la giornata. In quei momenti forse avresti bisogno di coccolarti con il rito dell’ofuro. Anche se a casa non possiedi una tinozza tradizionale, puoi comunque giocare a sentirti un po’ in Giappone. Certo, non sarà come praticare il rito in una ryokan, ma godrai comunque di un grande senso di relax e benessere. Dunque, proviamoci!
Prima prepariamo il nostro bagno di relax. Quindi, spegni le luci e accendi le candele, poiché le luci calde e soffuse aiutano il relax. E inserisci nel bruciatore (o nella vaschetta dell’acqua del termosifone) qualche goccia di olio essenziale di cipresso, che infonde un senso di serenità e ricrea i profumi delle tinozze tradizionali giapponesi.
Poi inizia la pulizia profonda del corpo: fai una bella doccia e, una volta finita (oppure mentre fai la doccia, nel caso tu abbia doccia e vasca separate), riempi la vasca con acqua calda.
Qui abbiamo una raccomandazione da farti: non tentare di raggiungere le temperature dell’acqua dell’ofuro. Noi occidentali non siamo abituati a immergerci in acque così calde e l’esperienza potrebbe essere tutt’altro che piacevole. Considera poi che il bagno in acqua calda è sconsigliato a chi ha determinate patologie.
Immergiti con calma, trova una posizione comoda, chiudi gli occhi, rilassati e lasciati inebriare dal profumo di cipresso. Ecco, ora sei in Giappone.